La Calabria del vino si appresta a compiere un passo avanti importante. Il Consorzio del Cirò sta lavorando da qualche mese al dossier per la richiesta della DOCG e all’assemblea, prevista per il 29 marzo, i soci dovranno dare il via all’iter.

Per il vino Cirò rosso superiore riserva sembra solo questione di settimane, perchè il Consorzio vini Cirò e Melissa ha pronto il dossier. Per la regione, si tratterebbe di una prima volta e di un fondamentale riconoscimento al lavoro di questi anni dei produttori e al costante che hanno innalzato la qualità delle produzioni di questo rosso, a base di uve Gaglioppo, che sta avanzando sui mercati e che sta conquistando un posto di rispetto nel panorama enologico nazionale e l’interesse e la curiosità degli operatori commerciali e della critica internazionale. In questo lembo di costa Jonica, di denominazione garantita si parla già da un po’, ma sembra essere il 2019 l’anno giusto. Quello che celebrerà, tra l’altro, i cinquant’anni della Doc, e che porterà il territorio crotonese al centro dell’interesse di pubblico e specialisti. Oggi, la Doc Cirò rappresenta Circa l’80% del vino calabrese. Il potenziale produttivo del distretto, che conta 530 ettari (nei quattro Comuni di Cirò, Cirò Marina, Melissa e Crucoli), con 300 viticoltori e 60 cantine, è di oltre 3 milioni di bottiglie (3,1 quelle certificate nel 2018). La Docg dovrebbe essere costituita da un 5-10% dei volumi totali imbottigliati: il vertice della piramide qualitativa che potrà fare il suo esordio con l’annata 2020. L’attuale zona del Cirò classico, riservata ai territori di Cirò e Cirò Marina, dovrebbe diventare l’area della nuova Docg Cirò rosso superiore riserva. Le cantine hanno questa esigenza e hanno deciso di muoversi sempre di più nel percorso di valorizzazione del vitigno Gaglioppo, che passa dall’80% al 90%, si riduce la quota degli altri concorrenti che dovranno comunque essere vitigni autoctoni come Magliocco e Greco nero. L’imbottigliamento sarà obbligatorio nella zona di produzione. La filiera della Doc Cirò e Melissa è composta prevalentemente da piccole e medie aziende e il prodotto che genera è assorbito per il 65% dei volumi dall’Italia e all’estero la penetrazione commerciale è concentrata sui mercati più maturi.

L’obiettivo resta quello di dare più appeal il vino sui mercati, aumentarne l’immagine ed il livello dei prezzi. Condizioni essenziali per risolvere il vero problema della viticoltura locale che è il prezzo dell’uva ancora poco remunerativo per i viticoltori” afferma Raffaele Librandi, presidente del Consorzio e contitolare dell’omonima azienda vitivinicola “L’obiettivo condiviso, insieme a molti altri progetti, sarà perseguito dal nuovo Consiglio di Amministrazione che si insedierà prima dell’estate, di cui di sicuro non sarò più alla presidenza. Siamo un bel gruppo di aziende ed abbiamo fatto un’importante esperienza di collaborazione in questi anni, in questo spirito è giusto un ricambio dei ruoli ed un coinvolgimento sempre più ampio di produttori”.

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