Il Lanificio Leo di Soveria Mannelli per una sera diventa un luogo di incontro di eno appassionati e tra fili, lana, sete, trame ed orditi vengono annodate relazioni umane tra persone e passioni.

Con le immagini salienti di un video sull’allunaggio, creato da Nicola Sesto dell’Albero della Vite, e con il sottofondo delle note di “Sonata al chiaro di luna di Beethoven “si sono aperte le porte del lanificio più antico della Calabria accogliendo enoturisti e giornalisti di fuori regione, che hanno trovato in una calda serata ospitalità in un luogo dello spirito dove si può ascoltare la sinfonia del vino.

Macchine antiche dell’800 in azione e telai moderni con belli e innovativi tessuti hanno fatto da scenario al protagonista   principale il vino, delle cantine Le Moire, ‘A Vita e Capo Zefirio.

Apertura della degustazione con il bianco Zeleuco, poi rosè Shemale e a seguire due rossi Mute e Annibale, vini da vitigni autoctoni Pecorello, Mantonico, Greco bianco, Greco nero e Magliocco dolce coltivati in collina a 500 metri di altitudine.

Poi il Gaglioppo in versione rosato e rosso di Cirò accompagnati da diverse tipologie di pani di grani antichi e farciti e per chiudere il passito Greco di Bianco in abbinamento da mostaccioli al miele di Conflenti

Presenti i produttori, Paolo Chirillo di Le Moire e  Francesco De Franco di ‘A Vita  che hanno raccontato i loro vini e  la filosofia che li ha portati a distanziarsi da altri  tipologie di produzione, Emilio Leo titolare del Lanificio e Saveria Sesto dell’Albero della vite e  vice coordinatore di Città del vino della Calabria che hanno accolto un pubblico attento  che scopre  come la serata di degustazione Calici  di stelle  possa spingere alla scoperta di luoghi, persone e produzioni  e che la  promozione dei territori si coniuga tra  sinergia, rete, costruzione  e condivisione riconoscendone il valore culturale del vino.

 

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