di Caterina Padula tratto da il Blog di Slow Time

Roma – Sarà a cura di Saverio La Ruina, attore, regista e fondatore, insieme a Dario De Luca, di Scena Verticale, la sesta“Permanenza, sperimentazione di Direzione Artistica Modulare”, in programma dal 10 al 12 gennaio, al Teatro Valle occupato di Roma.

La compagnia castrovillarese, impegnata fin dagli esordi, in una ricerca scenica incentrata soprattutto sull’attore, sull’uso vivo del dialetto e sulla specificità territoriale, racconta le piccole grandi storie della terra calabra, avvicendando temi impegnativi e cruciali, come il rapporto con la malavita ed il confronto tra l’universo maschile e quello femminile. Temi che verranno proposti e raccontati nei tre giorni di Permanenza, durante i quali si alterneranno spettacoli, letture sceniche, laboratori, dibattiti ed incontri, intervallati da momenti di degustazione di vini calabresi, offerti dalle Tenute Ferrocinto di Castrovillari, una delle aziende vitivinicole più importanti della zona che, nel corso degli ultimi anni, ha contribuito al rilancio della viticoltura in tutto il territorio del Pollino. La degustazione è organizzata con la collaborazione tecnica di Vinocalabrese.it, il primo portale dedicato all’enologia calabrese, punto di riferimento di appassionati, produttori ed operatori del settore. Durante la manifestazione, anche una installazione dal titolo “Corredo Migrante”, dedicata al Teatro Valle di Roma, e realizzata dall’artista castrovillarese Claudia Zicari.

Si parte, dunque, martedì 10, alle 18.30, con la lettura scenica, a cura di Gianluigi Fogacci, de “Il Signor P. Storia della discesa di un uomo e dell’ascesa di un altro uomo”, di Maria Teresa Berardelli, vincitrice, tra l’altro, del Premio Tondelli per la Drammaturgia 2009. Il monologo, che ha come oggetto la malattia del Parkinson, sarà introdotto dall’autrice, dal registaImogen Kush e dal neurologo Nicola Modugno.
Alle 21, in programma “Italianesi”, opera teatrale molto intensa, scritta, diretta ed interpretata da Saverio La Ruina, con le musiche originali eseguite dal vivo da Roberto Cherillo.

Lo spettacolo [VIDEO] racconta una tragedia assurda, quasi dimenticata, che fino a qualche giorno fa si consumava a pochi chilometri dalle nostre case. La tragedia vissuta dai tanti italiani che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, furono costretti a rimanere in Albania, vittime del regime dittatoriale che li costrinse a vivere in un clima di terrore. Accusati di azioni sovversive, molti di loro furono condannati e rimpatriati in Italia, mentre donne e bambini vennero rinchiusi in campi di prigionia, proprio perché mogli e figli di italiani. Qui, tra interrogatori, lavori forzati e torture, rimasero dimenticati per quarant’anni. Come è successo al protagonista dello spettacolo, che in quei campi nasce e lì rimane fino al 1991, quando, dopo la caduta del regime, raggiunge l’Italia convinto di essere accolto come un eroe. Ma qui è solo un profugo, e come tale, emarginato, quasi respinto, e si ritrova, paradossalmente, nuovamente condannato, italiano in Albania ed albanese in Italia. Ispirato a storie vere, l’opera è giunta tra i primi cinque finalisti del Premio Riccione per il Teatro, ottenendo grandi consensi ed un ottimo riscontro da parte di tutta la stampa nazionale. Al termine dello spettacolo, l’installazione dedicata al Teatro Valle dell’artistaClaudia Zicari.

Mercoledì 11, invece, dalle 14 alle 18, Saverio La Ruina coordinerà un laboratorio teatrale, aperto a tutti, e rivolto sia ai professionisti che agli attori dilettanti. Al termine, il dibattito a cura diGiuseppe Sommario, dal titolo “Forme d’uso del dialetto calabrese nell’espressione artistica contemporanea”. Alle 19, Angelo Colosimo leggerà “Bestie Rare (Semi-Dramma in lingua Calabra)”, monologo che racconta la situazione paradossale in cui si trova improvvisamente catapultato un bambino. Da una semplice marachella, infatti, emerge lo sfondo spietato e cinico di un piccolo paese della Calabria, che giudica, impietoso, anche se l’imputato in questione è soltanto un bambino. Al termine, ancora un momento di degustazione. In serata, a partire dalle 21, il dibattito coordinato da Anna Bendettini, giornalista di Repubblica, dal titolo “Un diverso parlarsi tra uomini e donne”. Interverranno la scrittrice Lidia Ravera, Stefano Ciccone, dell’Associazione Maschile Plurale – ed autore del libro “Essere maschi. Tra potere e libertà” – e Saverio La Ruina, autore, tra l’altro, del dittico al femminile “Dissonorata” e “La Borto”, di cui interpreterà alcuni frammenti.

Per giovedì 12, infine, ancora un laboratorio teatrale a cura di Saverio La Ruina, in programma dalle 12 alle 16, mentre alle 18, un momento di riflessione sul tema della n’drangheta, conDanilo Chirico ed Alessio Magro, autori del volume “DIMENTICATI – Vittime della ‘ndrangheta”, vincitore, tra l’altro, del Premio Indro Montanelli 2011. Al termine dell’incontro, la lettura scenica “L’Italia s’è desta”, di Rosario Mastrota, con Dalila Desirrée Cozzolino.

Dopo la degustazione di vini calabresi, in programma alle 21, lo spettacolo teatrale “U TINGIUTU – Un Aiace di Calabria”, scritto, diretto ed interpretato da Dario De Luca, con Rosario Mastrota, Ernesto Orrico, Fabio Pellicori e Marco Silani. L’opera racconta la “mala” Calabria utilizzando gli schemi della tragedia greca, con i suoi eroi ed i suoi protagonisti, che spiegano ed interpretano le facce, gli affari, le ambizioni ed i destini dei malavitosi che hanno trovato la loro identità seguendo un’altra legge. Una legge che non li redime, naturalmente, ma che spiega come un contesto particolare –  quello di alcune zone della Calabria – possa portare a compiere delle scelte sbagliate, tutt’altro che lecite. Tutto a causa della “contiguità”, che, come ha spiegato lo stesso autore, “è la vera maledizione della Calabria, che costringe onesti e disonesti, mafiosi e non mafiosi, a vivere fianco a fianco, a respirare la stessa aria, a vivere negli stessi luoghi. E questa ignara mancanza di libero arbitrio, pone drammaticamente l’attenzione sull’importanza di una educazione anti-mafiosa.”

Il testo è arrivato tra i finalisti al Premio Riccione per il Teatro del 2009, ed al Premio Landieri 2011, premio che, tra l’altro,  ha decretato  lo stesso De Luca come miglior attore.

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