Paolo De Cristofaro e Antonio Boco chiudono la seconda stagione del programma dedicato al cinquantennale dell’opera di Mario Soldati “Vino al Vino”, con una straordinaria puntata dedicata alla Calabria del vino e non solo. Spunti interessati, approfondimenti, curiosità e grandi ospiti condiscono l’imperdibile podcast.

Dall’introduzione degli autori
La seconda stagione di Vino al Vino 50 anni dopo si conclude in quella Calabria che Mario Soldati descrive come “immagine perfetta e ridotta dell’Italia”, riferendosi tanto agli aspetti ambientali quanto a quelli culturali e caratteriali.

O meglio nelle Calabrie, dove il legame quasi tribale con la terra convive con un’innata propulsione globalista, creando un sincretismo “mediterraneo-germanico” più unico che raro.
Dicotomie che incontriamo puntualmente anche nelle faccende enogastronomiche e nelle quali ci immergiamo totalmente, non a caso con l’aiuto di due Calabresi per molti versi sinergici e complementari, nelle origini come nei percorsi umani e professionali.

A ricostruire le traiettorie storiche, viticole, territoriali e stilistiche del vino regionale è il “Catanzarese di mondo” Matteo Gallello, braccio destro di Sandro Sangiorgi nel progetto editoriale e divulgativo Porthos, che proprio in queste settimane ha rilasciato l’attesissimo numero 37.
Il compito di guidarci nello straordinario giacimento di prodotti, preparazioni e ricette, di quella che si configura come la cucina rituale mediterranea per antonomasia, tocca invece al “Cosentino jonico” Piergiovanni Cristiano, bravissimo produttore di olio e agrumi in quel di Corigliano, con l’azienda agricola biologica Timpa dei Lupi.

Ne viene fuori un viaggio a dir poco colmo di affascinanti contrasti, che vanno a comporre il nostro consueto promemoria di consigli per letture, visioni, ascolti, visite, bottiglie, soste, deviazioni: la rivoluzione della “Gaglioppo Gang” di Cirò e “l’altra Calabria” enoica di San Marco Argentano e Bova; gli exploit internazionali della ‘nduja e della cipolla di Tropea; i segreti della sardella, i riti del maiale e della gastronomia natalizia; il “menu per Soldati” e la ricognizione delle migliori tavole contemporanee e tradizionali, e tantissimo altro.

Una dualità primordiale vissuta anima e corpo perfino dall’Ispettore Palma con la sua indagine sulla cucina calabrese: atmosfere da fanta-thriller che vibrano ulteriormente nella testimonianza di Annunziato Caruso, ultimo ospite di questo secondo ciclo di episodi.

E allora buon divertimento, ma soprattutto grazie ancora una volta per l’attenzione complice che avete riservato al nostro podcast: se volete, ci ritroviamo in primavera per la terza e ultima stagione di Vino al Vino 50 anni dopo.

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