(FONTE ANSA)

”E’ una scommessa che va sostenuta con determinazione quella avviata dai soci produttori della cooperativa vinicola di Bova. Dopo anni di abbandono a causa dell’emigrazione che ha spogliato di risorse umane il nostro entroterra, una nuova generazione, che ha l’appoggio dell’amministrazione locale, ha deciso di recuperare alla produzione circa sedici ettari di vigneto piantumato con vitigni autoctoni”. E’ quanto afferma il vicepresidente del Consiglio regionale Alessandro Nicolo’, che nei giorni scorsi haincontrato i membri della cooperativa insieme al sindaco del centro aspromontano ionico, Andrea Casile, al vicesindaco, Santo Casile ed all’assessore Mario Zavettieri.

   ”E’ una realta’ – prosegue – avviata con grandi sacrifici ma sostenuta da una conoscenza storica e professionale dei vitigni di bovesia, come il Calabrese e il Greco bianco e nero, che racchiudono, nella loro eccellente qualita’ di vitigni di alta collina, l’autentica espressione di una terra forte che solo una pervicace volonta’ umana puo’ far fruttare. E i risultati non tardano a venire, nonostante le ancor limitate produzioni sotto il profilo dell’interesse di un mercato piu’ vasto, visto che l’attivita’ della cooperativa sta riscuotendo attenzione e successo da parte dei consumatori piu’ raffinati”.

   ”A corredo dell’attivita’ vitivinicola – afferma Nicolo’ – cresce l’offerta di ospitalita’ e di servizi gastronomici tipici che stanno stimolando la produzione di latticini tipici di quell’area, diminuita nel tempo a causa della progressiva caduta delle attivita’ di allevamento ovino e caprino, oggi in ripresa.

Credo che un tale sforzo di volonta’ trovi una adeguata rispondenza nei livelli istituzionali regionali, tenuto conto che il presidente Scopelliti e la maggioranza di centrodestra stanno producendo significative iniziative in favore del mondo agricolo e rurale calabrese, per troppo tempo trascurati da una esperienza regionalista che poca attenzione ha dedicato alle filiere di eccellenza che avrebbero anche assicurato la presenza dell’uomo nelle nostre montagne”.

   ”Fare dietrologia, pero’ – conclude Nicolo’ – serve a poco e la nuova Regione ha deciso di guardare in avanti, innervando delle politiche del fare il suo diuturno impegno per evitare l’abbandono delle zone interne e far emergere un’immagine della Calabria legata alla voglia di lavorare e di crescere utilizzando moderni saperi e antiche tradizioni”. .

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