Il gruppo di produttori del Cirò si rivolge direttamente al Ministero della Cultura, ex Mibac, per chiedere di scrivere la parola FINE al progetto dell’impianto eolico che si dovrebbe inserire nell’area classica della DOC Cirò.

Un gruppo di produttori cirotani ha chiesto di esaminare i documenti del progetto presso la Regione Calabria ed è emerso che il Ministero non ha mai concesso ilPARERE PAESAGGISTICO ma solo quello archeologico.

Fin dal 2009 e poi con le successive varianti, che hanno ridotto l’impianto da 16 a 4 aerogeneratori da 180 metri, le numerose Conferenze dei Servizi che si sono susseguite, non hanno mai tenuto conto della mancanza del vincolante PARERE PAESEGGISTICO che rappresenta per una iniziativa di questo genere un passaggio fondamentale.

Inoltre, in merito alla nuova richiesta di variante da poco inviata, la Soprintendenza, ovvero l’organo territoriale del Ministero, ha giudicato la variante IRRICEVIBILE (Verbali 9 febbraio e 18 marzo ’21).

Tale decisione è stata completamente ignorata, sia dai rappresentanti della società richiedente che dalla stessa Conferenza dei Servizi che ha approvato il nuovo impianto eolico sul presupposto che “nessun ente invitato ha espresso parere contrario”.

Gli atti che hanno accompagnato questi 12 anni dalla prima autorizzazione restituiscono tanti dettagli sull’evoluzione del progetto e oggi i produttori insistono su due importanti aspetti per fare leva sul Ministero:

1.   successivamente al rilascio della Autorizzazione Unica sono entrate in vigore le linee giuda per l’autorizzazione degli impianti che sottolineano l’importanza dell’“integrazione dell’impianto nel contesto delle tradizioni agroalimentari locali e del paesaggio rurale” […] e “nell’autorizzare progetti localizzati in zone agricole caratterizzate da produzioni agro-alimentari di qualità […] deve essere verificato che l’insediamento e l’esercizio dell’impianto non comprometta o interferisca negativamente […] sul patrimonio culturale e sul paesaggio rurale”

2.   Il Quadro Territoriale Paesaggistico Regionale ha identificato tra i beni da sottoporre a specifiche misure di salvaguardia le zone agricole destinate a colture di pregio e dal carattere fortemente identitario e tra queste i vigneti dell’area di Cirò, indicandole, come aree potenzialmente non idonee agli impianti di produzione di energie rinnovabili in quanto considerate “Invarianti strutturali Paesaggistiche”.

Come si evince dagli organi di stampa il Dipartimento Ambiente ha nuovamente richiesto il parere paesaggistico per il progetto. I produttori, con forza chiedono alla Sovrintendenza di negarla definitivamente e di lasciare inviolate le colline del Cirò.

Produttori di cirò

foto dal web

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