di Roberto Polisicchio

Un sabato, il 18 dicembre 2021, all’insegna del “Cirò” e del suo vitigno Gaglioppo” nell’evento “contrade vigne particelle vignaioli”con la partecipazione di Matteo Gallello.  La “settima doc creata in Italia” ha più di 50 anni ed è stratosferica l’intuizione nata tra persone che hanno la comune sensibilità di far valere la specificità territoriale della zona in cui vivono e producono. L’incontro di degustazione delle “microvinificazioni di gaglioppo provenienti da differenti vigne del cirò” è il tentativo di chi ha una grande volontà di distinguersi, per iniziare a scrivere delle pagine sulle sottozone della denominazione. Lo scopo è quello di fornire una robusta spinta al mondo del vino per far crescere su basi nuove sia l’enoturismo sia il consumo del “Cirò”, vino radicato in Calabria e fermamente conosciuto in tutto il mondo. Non conosco come sia nata l’idea, credo però che il progetto sia chiaro ed è quello di promuovere sul piano culturale prima, e poi su quello del gusto il vino del “terroir” in questione. Una gran bella ambizionenel senso positivo della parola – per fare ancora di più per un vino, penso che mai una generazione di vignaioli dalle nostre parti facendo squadra ha messo in atto tale rivoluzione che giova sicuramente a tutti – qualcosa di eccezionale ed inimmaginabile fino ad oggi. Ungruppo di aziende “che condividono la stessa filosofia produttiva e approccio al mercato (produzione biologica delle uve, sapienza artigianale e poco intervento enologico e chimico in cantina) ha intrapreso uno studio per indagare e conoscere le diverse declinazioni delle sottozone della denominazione” vinificando “con lo stesso metodo e in uno solo luogo le uve provenienti da differenti vigne e di diversi territori della denominazione. Il tutto per far percepire le diverse “sfumature che emergono dal bicchiere”.

Nel “laboratorio degustativo odierno” un’emozione lunga circa due ore, un sorprendente viaggio, in una zona di tradizione vinicola secolare, brillantemente condotto da Matteo Gallello che ha introdotto l’argomento parlando di degustazione geosensoriale e richiamando un passo di un bellissimo libro (nda Jacky Rigaux – Sandro Sangiorgi, Il vino capovolto “La degustazione geosensoriale & altri scritti” – Porthos Edizioni) e rimarcando la funzione della bocca e “il gusto del luogo”. Matteo, alternandosi a Cataldo Calabretta e Francesco De Franco che hanno illustrato delle slide sui “campi coltivati da ciascun vignaiolo da cui proveniva l’uva”, si è soffermato sulle “percezioni gustative” del palato per singolo vino arrivando a parlare per due di essi quasi di “Grand Cru”. Dobbiamo essere tutti consapevoli che il “Cirò è un terroir, per come definito dall’INAO: “uno spazio geografico delimitato dove una comunità umana ha costruito, nel corso della storia, un sapere intellettuale collettivo di produzione, fondato su un sistema d`interazioni tra un ambiente fisico e biologico ed un insieme di fattori umani, dentro al quale gli itinerari socio-tecnici messi in gioco rivelano un’originalità, conferiscono una tipicità e generano una reputazione ad un prodotto originario di questo terroir” (cfr. una delle prime slide).

Mi sono entusiasmato nello scoprire che all’interno di un territorio possono esserci varie “diversità sensoriali”, perché ogni “appezzamento di terra” a secondo delle proprie caratteristiche – terreno argilloso (argilla bianca o rossa) calcareo marnoso sabbioso, ecc. – può portare il vino in purezza del gaglioppo a “inclinazioni gustative specifiche”. Ogni tanto può sembrare più o meno austero e tannico, con vari sentori, ma per quel che mi riguarda con il suo colore granato scarico (con svariate gradazioni) è un vino che rappresenta il mio modo di bere perché è fine ed elegante, a volte “contadino” (nel senso più nobile del termine) che per me è sinonimo di maggiore “naturalità”.

Ben vengano queste sinergie produttive! Del gruppo fanno parte i viticoltori, accomunati dal simbolo Revolution, Cataldo Calabretta Viticoltore (capofila), ‘A Vita, Sergio Arcuri, Tenuta del Conte, Cote di Franze, Dell’Aquila, Fezzigna, Il Brigante e Scala.

L’evento si è tenuto, nel Comune di Cirò (KR), Palazzo dei Musei – Luigi Lilio – nella nuova sala degustazione della sede dell’Enoteca Regionale – Piazza della Repubblica. Ciò grazie alla sensibilità dell’amministrazione locale guidata da Francesco Paletta (coordinatore regionale dell’associazione Città del Vino e da poco eletto vicepresidente nazionale dell’alleanza dei comuni a vocazione vitivinicola) che è intervenuto.

Un’ultima annotazione, in chiusura alcuni piatti deliziosi di Giuseppe Pucci chef di “A Casalura”.

Matteo Gallello Si occupa di editoria e vino. Dal 2010 al 2021 redattore di Porthos e organizzatore dell’attività didattica della casa editrice indipendente. Co-Fondatore di Verticale, magazine semestrale, cartaceo, dedicato alle degustazioni verticali complete di alcuni dei vini che hanno lasciato o stanno lasciando il segno all’interno delle rispettive denominazioni e, più in generale, nel panorama enologico italiano

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui