Uscirà in autunno la nuova guida dei vini di Slow Food. Dopo il divorzio dal Gambero Rosso e un anno sabbatico la squadra dedicata al vino dell’associazione sta presentando, in questi giorni, ai produttori il nuovo progetto .

Un anno sabbatico che non ha voluto dire uno stop totale delle attività nel settore vino per l’associazione della chiocciola ma un momento di riflessione, attiva e propositiva. Diversi sono stati, infatti, i passaggi che hanno preparato questo momento.

Il più importante, per l’anno appena passato, è stato l’edizione italiana di Vignerons d’Europe che si è tenuta lo scorso dicembre a Firenze. Un appuntamento importante di confronto tra chi il vino lo fa, coltivando la vigna e rispettando il proprio territorio e la propria tradizione.

Altra attività è stata quella di una creazione di un portale internet (www.slowine.it) dove sono state catalizzate tutte le iniziative legate al vino dell’associazione piemontese. Iniziative che hanno avuto come prospettiva il nuovo progetto editoriale che ha l’intenzione di dare una sterzata al mondo della critica enologica

 

Venerdì scorso ad Avellino, il presidente nazionale Roberto Burdese e Giancarlo Gariglio, responsabile vino di Slow Food sono stati ospiti di Luciano Pignataro, “neonominato” responsabile per la Campania, Basilicata e Calabria della guida, per presentare ai produttori e alla stampa il nuovo progetto.

 

La novità più importante è quella che riguarda le degustazioni: non ci saranno le commissioni di assaggio, ma i curatori andranno ad incontrare i produttori e a degustare i vini direttamente nelle cantine in modo da poter fornire ai consumatori una carta d’identità del vino – afferma Giancarlo Gariglio, responsabile della guida – e dare informazioni più qualificate di quelle che si possono reperire sul web.

Tantissimi i produttori presenti all’incontro a testimonianza che il rapporto tra chi il vino lo fa e chi lo giudica deve cambiare e che occorre, ridefinire il giusto rapporto tra i ruoli smarritosi negli ultimi anni – come ha ripetuto fermamente Luciano Pignataro.

Tutti gli intervenuti hanno ribadito che la nuova guida non nasce in contraddizione a nessuno, in concorrenza con nessuno, tanto che i ‘tre bicchieri’ non verranno sostituite dalle ‘tre chiocciole’.

“Nei pochi giorni che viviamo su questa terra vorremmo ‘fare per’ e non ‘fare contro’” afferma Roberto Burdese citando Carlin Petrini fondatore dell’associazione.

L’approccio è quello su cui Slow Food sta cercando da tempo.

La guida vuole raccontare nelle schede delle aziende che avranno l’opportunità di essere censite, cosa c’è dietro ogni singolo prodotto, chi sono i produttori e cosa li muove a fare il proprio lavoro.

Ci sarà un’attenzione particolare ai temi della sostenibilità ambientale delle aziende, senza voler diventare la guida dei produttori biologici e biodinamici perchè, come ha ribadito il presidente Burdese, “ci può essere coscienza ambientale vera anche se si pratica l’agricoltura convenzionale”. La guida si candida, in questo senso, a condurre e a sostenere il cambiamento epocale in atto nel settore, dove l’Italia e insieme l’emergente Calabria possono ancora dire tanto in termini di biodiversità e tipicità.

 

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